Consiglio Comunale: Giornata della Memoria, nuove pietre d’inciampo

Nella giornata di martedì 28 gennaio 2025 il Consiglio Comunale di Aosta ha preso l’impegno di implementare le pietre d’inciampo nella città. Ad oggi ne è presente solo una davanti alla Questura della città, dedicata a Camillo Renzi.

Il Consiglio Comunale ha proposto la posa delle nuove pietre in luoghi importanti della città per far sì che la memoria si mantenga viva e per consentire alle nuove generazioni, e non solo, di non dimenticare gli orrori e i crimini del nazifascismo. IlJardin de l’Autonomie, dove oggi sorge l’Università della Valle d’Aosta un tempo vi era la caserma da dove molti giovani militari e ufficiali sono stati deportati.

Un dibattito ampio e condiviso contro le discriminazioni, i crimini d’odio, l’intolleranza… in una realtà storica in cui purtroppo continuiamo a sentire parlare di deportazioni, lager e genocidio. Il quadro geopolitico internazionale infatti non ci rassicura, date anche le immagini e le parole uscite dalla Casa Bianca in cui si parla esplicitazione di deportazione in riferimento agli immigrati. Se parliamo di Israele e Palestina non possiamo tenere conto delle scelte di Netanyahu e dei crimi di guerra di cui si è macchiato.

A 80 anni dell’apertura dei cancelli di Auschwitz del 27 gennaio 1945 la storia sembra essere stravolta, e chi doveva presenziare alla celebrazione della memoria in rappresentanza di un popolo oppresso non era presente, ma non lo era neanche chi doveva rappresentare quell’armata rossa che arrivava da est a liberare i campi. Angoscia che solo 80 anni dopo, entrambi i rappresentanti dei due Paesi siano accusati di crimini di guerra e contro l’umanità e penda su di loro un mandato di cattura internazionale.

Per consentire la memoria nella città di Aosta i gruppi di maggioranza, con il sostegno dei gruppi di minoranza, si sono impegnati ad avviare l’iter per consentire la posa di nuove pietre d’inciampo e aumentare così l’ampiezza del più grande monumento diffuso del mondo ideato dall’artista tedesco Gunter Demnig.

Comune di Aosta: si investe in cultura

Se a livello nazionale il governo Meloni ha deciso di investire meno nella cultura, forse perché sono ancora fermi alle affermazioni di Tremonti “con la cultura non si mangia”, il Comune di Aosta continua ad aumentare la voce di bilancio proprio nella cultura, perché crede fermamente nella crescita dei propri cittadini e delle proprie cittadine. La città ha saputo restituire un’offerta culturale che è cresciuta con gli anni e si rivolge a tutte le fasce d’età. In questi anni di legislatura sono stati creati nuovi eventi, ne sono stati riattivati altri e potenziati altri ancora. Questa legislatura ha fatto ripartire Enfanthéatre, allargando l’utenza non solo all’infanzia ma anche alla pre-adolescenza e adolescenza.  Consentendo ai più giovani di accedere al teatro gratuitamente.

La voce di bilancio in crescita alla voce cultura è la dimostrazione che questa maggioranza crede fermamente nel valore della cultura e la cittadinanza sta rispondendo positivamente all’offerta, non solo teatrale, ma anche partecipando ad altri eventi come Letture Altre, Riverberi, La grande invasione, Festival della città diffusa, ecc. Proposte culturali che hanno consentito di scoprire e/o riscoprire luoghi della città, portando la cultura anche in luoghi insoliti (come il parking de la ville).

La co-progettazione del Teatro Giacosa ha riportato il teatro e il cinema in città, consentendo di avere un’offerta plurale. La co-progettazione ha consentito inoltre una rinascita dell’ormai ex Cittadella, oggi Plus. L’offerta di Plus non è più solo all’interno dei locali di via Garibaldi, ma in tutto il territorio cittadino e non solo, l’offerta infatti coinvolge anche gli altri comuni valdostani che consente una rete su tutto il territorio regionale.

Ricordiamo anche la grande eredità legata al dossier Aosta Capitale della Cultura e il 2050° compleanno di Aosta che si festeggerà il 21 dicembre 2025 e i cui investimenti sono partiti già nel 2022, non alla vigilia delle elezioni.

In ultimo, ma non per importanza, il Café du Théatre che è parte della co-progettazione che ha ripreso le sue attività andando oltre la semplice gestione, ma ha portato l’inclusione dando un valore aggiunto consentendo di portare avanti progetti di vita indipendente per persone con disabilità.

Lettera del Segretario: la manovra economica del governo Meloni

Un drammatico bagno di realtà. Vorrei tradurre così la manovra economica del governo Meloni, che dopo aver sbraitato che le accise erano la peggiore piaga di questo mondo, non solo non le ha abbassate ma le ha aumentate. Ma le accise sono solo un esempio banale per raccontare come il risveglio dalla più bieca propaganda politica non sarà banale per tutto il Paese.
Una manovra senza prospettiva, che sul tema dello sviluppo economico non dice nulla, che non investe nella formazione e nella scuola e che sul tema della sanità ci avvia verso il baratro. Sul tema sanitario non abbiamo proprio imparato nulla dalle tragedie degli scorsi anni. Perché se c’è una cosa chiara a tutti è che il sistema sanitario nazionale dovrebbe essere difeso e implementato. E una questione vitale per un Paese che deve tenere assieme tutti, e che invece rischia di fare una brutta fine sul tema della coesione.
L’allarme è stato lanciato dai principali sindacati di medici e infermieri che hanno annunciato uno sciopero di 24 ore che si svolgerà il 20 novembre. E non si tratta solo di una questione economica (anche se gli aumenti per i sanitari urlano vendetta), ma della difesa di un sistema sanitario pubblico invidiato da molti paesi che ora è al lumicino.
Se assieme agli esempi ricordati, ci mettiamo assieme una manovra intrisa di ideologie (sul tema della famiglia, sul tema dei figli) il disastro è fatto.  Due anni di governo in cui c’è poco da festeggiare. C’è invece da immaginare un’alternativa credibile dal punto di vista programmatico e di prospettiva politica. Lo stiamo facendo nelle città, nelle regioni ma serve un cambio di passo a livello nazionale. Non si tratta di metterci assieme contro qualcuno e basta, ma di immaginare di essere pronti per un’alternativa credibile visto che la luna di miele degli italiani con il governo Meloni sta finendo.
Tocca alla nostra comunità. Gli italiani non ci perdonerebbero se ci dovessimo non trovare pronti per questo appuntamento, magari divisi da inutili contrapposizioni tutte verticistiche che poco hanno a che fare con la realtà che ci sta intorno.

Il PD VdA ha aderito allo sciopero per il clima

Lo scorso 11 ottobre il PD Valle d’Aosta ha partecipato alla manifestazione organizzata dai ragazzi e dalle ragazze di Fridays for future VdA. Abbiamo accolto l’invito dei giovani valdostani ad aderire allo sciopero e alla manifestazione.

L’urgenza di intervenire sul rispetto del nostro pianeta e la necessità di arginare i cambiamenti climatici non sembra essere così forte come qualche anno fa, ma i giovani continuano a percepire questo come un problema serio e imprescindibile. Il sostegno del Partito Democratico è importante e vuole essere un impegno per il futuro della comunità valdostana e non solo. L’impegno del nostro partito a livello nazionale ed internazionale sulla transizione ecologica è chiaro: la transizione ecologica non è un lusso, ma una necessità e un piano sociale contro le diseguaglianze.

E’ importante non dimenticare le alluvioni che hanno colpito la nostra regione questa estate, in particolare Cogne e Cervinia. La nostra regione è intervenuta tempestivamente per aiutare le comunità locali, ma una riflessione sulle cause è inevitabile. Non si può negare che fenomeni così importanti e frequenti sono la conseguenza dei cambiamenti climatici e che intervenire con politiche mirate è più che mai necessario. Non perché ce lo chiede l’Unione Europea, ma perché comprendiamo che il fenomeno non è isolato e sporadico, ma globale e sempre più frequente. I primi campanelli di allarme arrivano proprio dalle nostre montagne e dai nostri ghiacciai, sempre più ridotti. Questo non solo è impattante dal punto di vista paesaggistico, ma significa che le temperature sono sempre più alte (non bastano un inverno nevoso o un’estate fresca per negare che le temperature globali siano in crescita). Un’altra conseguenza è la mancanza di risorse idriche, non possiamo dimenticare che la maggior parte dei nostri torrenti sono di origine glaciale. Poniamo una semplice domanda: se dovessero scomparire i ghiacciai? Ecco, siamo convinti che per dare risposte concrete e credibili sia necessaria lungimiranza. Non sono sufficienti i termini delle singole legislature. Serve essere consapevoli che le azioni di oggi magari saranno tangibili fra più legislature e questo lo dobbiamo ai giovani della nostra comunità e di tutto il mondo.

25 aprile, Festa della Liberazione: Viva l’Italia antifascista!

Noi del PD Valle d’Aosta per ricordare il 25 aprile abbiamo deciso di condividere le parole del Sindaco di Aosta Gianni Nuti, pronunciate in Piazza Chanoux in occasione delle celebrazioni della Festa della Liberazione.

Parole, soltanto parole…
Sono i fatti che contano, noi siamo gente concreta. Eppure una parola può cambiare la nostra visione del mondo. Sì, perché in realtà sono pezzi di carne le parole, lame sottili e taglienti, talora sono frane rovinose. Allora spendiamo alcune parole anche oggi, certi che, ancor più oggi, non siano poi così vane.

Dal 25 aprile 1945, in questa città dal 28, siamo donne e uomini liberi. Essere liberi da un passato, ma anche essere liberi di costruire un futuro. Liberi da quel fascismo nato nel sangue, quello sparso dagli squadristi che fracassavano il cranio degli oppositori politici, compreso quello di Giacomo Matteotti, di cui ricorrono i cent’anni dalla morte il prossimo 10 giugno, ricordiamolo almeno noi. Liberi da quel fascismo spento nel sangue fratricida della guerra civile e di un devastante conflitto mondiale. Liberi da quegli occhiali che il fascismo aveva imposto per vent’anni ai nostri padri e che, come nel mondo dispotico raccontato ne l’Orso Bianco (episodio della serie televisiva Black Mirror) avevano trasformato ipotetici immaginari nemici in mostri deformi, pericolosi e istigatori d’odio: prima gli operai comunisti, poi i vecchi parlamentari, poi i libici, gli etiopi, i sodomiti, i subnormali, i giudei… usiamo il lessico dell’epoca. Seminare morte per unire un popolo. Ma era solo un regime manesco che annientava gli oppositori a suon di manganellate o di fucilate e basta? A quel tempo gli scappellotti volavano in ogni casa e all’osteria ci si menava per un nonnulla, che volete fosse mai? No, il veleno più tossico e penetrante era fatto, non ci si crede, di cultura. Ovvero di quell’insieme di idee sul mondo che ne ritagliano i contorni proprio a suon di parole e di scritte in ogni muro e di disegni-simbolo. E’ quella cultura che ha riempito le menti di menzogne e semplificazioni e ha di fatto vivere nel reciproco sospetto, confondendo una verità che, udite, esiste ed è incontrovertibile e va riconosciuta e difesa. E’ quella cultura che ha fatto sì che non ci fossero posizioni politiche di destra o di sinistra pronte a dibattere in un civile confronto democratico, ma solo l’unica posizione di un popolo monolitico. Ecco le radici del populismo, un unico pensiero grezzo, per noi valdostani anche un’unica lingua, un unico colore, il nero, un simbolo identificativo, il teschio, incarnato da un uomo solo, il Duce Benito Mussolini. Una cultura della maschera, macabro simulacro della gloriosa commedia dell’arte che passava attraverso il linguaggio del corpo, ancora più penetrante di quello delle parole. Si gesticolava in ogni consesso pubblico con enfasi solo apparentemente caricaturale, in realtà seduttiva, ammaliante, esteticamente icastica e insieme fonte di sacro timore.

Restiamo liberi, cittadine e cittadini, da plastici incantatori di serpenti. Noi, figli del 25 aprile 1945, siamo grati a colore che hanno conquistato la libertà di mettere a servizio del nuovo Stato tutte le energie migliori, gli intelletti più raffinati, le donne e gli uomini più coraggiosi con molteplici visioni del futuro: liberali, cattolici, comunisti, socialisti, membri del Partito d’Azione, autonomisti, federalisti… per scrivere le regole del gioco democratico insieme, e fondare i principi di una comunità più umana di quella passata, di immaginare una cultura migliore di quella allora ereditata e comunque persistente nelle coscienze, nonostante le macerie e i dolori e le perdite subite. Siamo grati per averci permesso, almeno fino ad oggi, d’essere liberi di esprimerci, civilmente, in ogni modo, liberi di cercare la verità con ogni mezzo, magari senza trovarla appieno, ma potendoci provare, liberi anche di ammettere che odio porta a odio e che la crudeltà sta nel genere umano e in certe condizioni si sparge da ogni parte. Assaporiamo ancora oggi la libertà di sentirci popolo nelle differenze, colorate come un arcobaleno, appassionato alla vita, attento alle fragilità, curioso conquistatore di nuove conoscenze, prudente, ma senza paura del nuovo.

Noi, figli di Emile Chanoux, Federico Chabod, Amédée Berthod, Lino Binel, Joseph Bréan, Guglielmo Caracciolo, Enrico Chantel, Cesare Olietti, Emile “Milò” Lexert. Noi, figli di Alessandro Passerin d’Entrèves, Ida Desandré, Ico Enrico Loewenthal, Antoine Caveri, Maria Ida Viglino, Anna Cisero Dati. Noi, figli di tutte le staffette e di tutti i partigiani non citati ma indimenticati, dei soldati, degli alpini e dei Carabinieri che hanno disobbedito all’invasore. Noi, indegni successori del primo sindaco della rinata città di Aosta, Carlo Torrione, non possiamo che difendere con ogni forza tutte le libertà conquistate per la nostra terra, per la nostra gente.

Per tutto questo, nell’Italia liberata, esprimiamo noi il desiderio che tutti coloro i quali giurano fedeltà al popolo italiano, nessuno escluso, con una mano sulla Costituzione pronuncino queste poche parole: io giuro di combattere ogni giorno contro il fascismo che c’è in me e che rigurgita, tenta di risalire e di prendere il sopravvento seminando intorno a me un acre odore di morte. Giuro di essere antifascista. Viva la Repubblica. Viva l’Italia liberata. Viva la Valle d’Aosta autonoma perché antifascista.

Lettera del Segretario: è iniziata la campagna elettorale

Ci siamo! È iniziata la campagna elettorale per le elezioni europee. Con la formalizzazione della candidatura di Fulvio Centoz nella lista del PD nel collegio del Nord Ovest abbiamo dato il là a questa nuova avventura.
Lo abbiamo fatto perché crediamo che le elezioni europee del prossimo 8 e 9 giugno rappresentino un momento importante per la vita politica di questo continente. Si confronteranno due idee diametralmente opposte di Europa: da una parte un’Europa solidale, accogliente che nelle differenze intravede un’opportunità, e che ci appartiene, mentre dall’altra un’Europa degli egoismi nazionali che non traguarda il futuro, che ci farebbe fare passi indietro e che ci preoccupa.
Da questo punto di vista il PD della Valle d’Aosta ha da subito riconosciuto nelle elezioni europee un momento cruciale su cui impegnarsi. Lo ha fatto immaginando fin dalla prima ora una candidatura che rappresentasse in modo ampio tutta la Valle d’Aosta partendo dalle coalizioni che governano la Regione e il Comune di Aosta. Come è noto quella prospettiva non ha trovato un momento di sintesi e quindi abbiamo proposto la candidatura di Fulvio Centoz.
La figura e l’esperienza di Fulvio, che ha governato sempre in coalizioni nelle sue esperienze da Sindaco, dimostrano che teniamo a mente l’idea del campo largo. Di una candidatura aperta con l’unica idea: immaginare una collocazione seria e consapevole di questa piccola Regione all’interno dell’Europa.
Lo facciamo con chiarezza e con il nostro simbolo. Ci aspetta una campagna elettorale che ci vedrà impegnati in tutti i territori, all’ascolto dei cittadini e delle cittadine e che vedrà interlocuzioni anche con gli operatori sociali ed economici di questa Regione. Lo faremo con il sorriso, perché la nostra campagna elettorale non è contro qualcuno, non serve per le prossime elezioni regionali o comunali, ma serve per parlare di Europa. Sono differenze sostanziali per riuscire finalmente ad uscire dalle dinamiche personali e immaginare un progetto di Valle d’Aosta all’interno dell’Europa. Non bisogna essere troppo esperti per capire che l’Europa incide, già oggi, pesantemente nell’economia valdostana. A mero titolo di esempio, se ci limitiamo tra i tanti programmi europei, al Fondo Sociale Europe (FSE), al Fondo Europeo di Sviluppo Regione (FESR) al Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), le somme a disposizione della nostra Regione in questi anni ammontano a più di 750 milioni di euro, contando anche il cofinanziamento nazionale e regionale.
Nel percorso che ci porterà al voto la nostra intenzione è anche di affrontare e dialogare con i cittadini su temi che, più da vicino, interessano la nostra Regione: dai cambiamenti climatici che incidono maggiormente sulle Alpi rispetto al resto del pianeta, al declino demografico e all’invecchiamento della popolazione che sono particolarmente evidenti nelle aree montane, all’agricoltura di montagna che è sostenuta pesantemente dalla Politica Agricola Comune (PAC) ma che svolge un ruolo centrale nel mantenimento e nella cura di un territorio vasto e complicato come il nostro.
Infine alcuni temi di stretta attualità. I valichi alpini e il tema del raddoppio del Tunnel del Monte Bianco, oggi che i Frejus e il Gottardo hanno subito interruzioni e hanno complicato le vie di comunicazioni tra l’Italia ed il resto dell’Europa. Infine il tema delle concessioni idroelettriche, perché l’energia prodotta dalle nostre centrali è strategica, non solo per la Valle d’Aosta, ma anche per l’Europa stessa in chiave di autosufficienza energetica e di transizione green.
È l’ora di discutere di questi temi. Non di consuete beghe locali che umilierebbero temi molto più alti. Anche in questo modo riusciremo a far sì che la Valle d’Aosta, assieme alle altre regioni, abbia una voce autorevole in Europa.
Ora in questi pochi giorni che ci dividono dal voto serve l’impegno di tutte e tutti. Sono sicuro che ci sarete così come vi garantisco l’impegno di tutto il PD. Vi comunicheremo a breve la serata in cui con un evento pubblico apriremo la campagna elettorale. Nel frattempo iniziamo a veicolare la nostra idea di Valle d’Aosta in Europa. Ancora una volta sarà una campagna elettorale avvincente che affronteremo con tutto l’entusiasmo e l’impegno di sempre.

Formazione politica, l’esperienza di Lorella e Antonio

Casa per casa, strada per strada. Questo  il nome del laboratorio nazionale di partecipazione e formazione politica organizzato dal PD dal 12 al 14 aprile a Frascati, in vista della campagna elettorale delle europee a cui hanno partecipato per la Valle d’Aosta Lorella Verrastro, portavoce della Conferenza delle Donne Democratiche VdA, e Antonio Pepe dei Giovani Democratici VdA.

È stata Marwa Mahmoud, responsabile della Formazione politica nella Segreteria nazionale del PD, a seguire questo progetto. L’evento è stato pensato come avvio di un percorso di partecipazione e formazione nazionale, che ha coinvolto ragazze e ragazzi under 35 da tutte le federazioni, per costituire una comunità di attiviste e attivisti che durante la campagna elettorale per le europee lavoreranno insieme alle migliaia di militanti del PD.
È stata “una full immersion” in cui, noi 200 ragazze e ragazzi da tutta Italia, ci siamo confrontati con formatori, esperti e dirigenti politici.
La giornata di venerdì è stata dedicata all’accoglienza, con i saluti della sindaca di Frascati Francesca Sbardella, e prima conoscenza con i ragazzi che hanno preso parte a questo laboratorio.
La formazione è proseguita sabato con Marwa Mahmoud e Marta Bonafoni. Sono seguite attività laboratoriali che hanno coinvolto le esperienze dei giovani di tutta Italia.
Domenica 14 aprile ogni gruppo di lavoro ha discusso il programma con la segretaria Elly Schlein, Marwa Mahmoud e i formatori che hanno preso parte all’evento.
Elly Schlein ha chiuso il corso ringraziandoci e suggerendoci validi consigli. Ha illustrato la sua panoramica politica e i progetti che sosteniamo in questa campagna elettorale delle europee.

Difficile riassumere tre giorni ricchi di eventi ed emozioni in poche righe. Di sicuro ci portiamo a casa da questa esperienza nuove amicizie, un bagaglio di conoscenze più ricco e soprattutto nuovi stimoli e idee da mettere in pratica nella vita quotidiana del Partito. Citando Berlinguer: “se i giovani si impadroniscono del sapere, lottando con lavoratori e oppressi, il vecchio ordine non avrà scampo“.

Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo, ad Aosta

Giorgio Gori all’incontro organizzato dai circoli del PD di Aosta

Doppio appuntamento aostano lo scorso 10 aprile per il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori.
Il primo appuntamento è stato organizzato dal Comune di Aosta e Confindustria, un dialogo con il Sindaco di Aosta Gianni Nuti sul tema della cultura. Bergamo (assieme a Brescia) è stata Capitale Italiane della Cultura nel 2023. Aosta è stata finalista nella selezione per il medesimo titolo per l’anno 2025. Un confronto molto interessante sulla scia dell’esperienza di Bergamo in cui la città ha subito un cambiamento importante investendo in cultura. Lo ha fatto coinvolgendo tutto il territorio che sta intorno alla città e dialogando con gli operatori sociali, culturali ed economici che hanno avuto un ruolo estremamente importante nel successo di questa avventura. L’idea della condivisione, oltre che con Brescia, anche con tutto il territorio. Ricreare un collegamento con le valli e con le aree più rurali, facendo diventare nuovamente la città la capitale di un territorio. E ancora la condivisione del progetto con chi opera in quel territorio. Zona di grandi imprese che hanno un radicamento con il territorio quasi simbiotico e l’idea centrale che la cultura crei innovazione. La stessa idea che sta promuovendo Aosta, che grazie alla candidatura ha saputo creare una rete importante di rapporti e ha potuto accedere a finanziamenti statali, oltre ad aver investito importanti risorse proprie nel corso degli ultimi anni.

La sera, invece, un aperitivo festoso, organizzato dai circoli del PD di Aosta, per discutere di prospettiva europea visto che il sindaco Gori sarà candidato alla prossima tornata della elezioni europee dell’8 e 9 giugno prossimi. Con lui il candidato valdostano Fulvio Centoz. Sul piatto questa volta un’idea completamente diversa del ruolo e dell’identità dell’Europa. Da una parte l’idea della destra con i cattivi maestri come Orban, dall’altra l’idea dei progressisti per un’Europa solidale, aperta e inclusiva. Mai come questa volta le elezioni europee saranno determinanti. Ma di questo tema avremo modo di parlarne molto diffusamente in altre occasioni.

Lettera del Segretario: uno sguardo al futuro dell’Europa

Ho come la sensazione che le prossime elezioni europee, che naturalmente nel dibattito italiano sono molto poco europee e molto locali, saranno importanti più di quelle passate. Non per una maggiore consapevolezza sul tema, ma per il non banale problema che abbiamo alle porte dell’Europa una guerra. L’auspicio che resti alle porte è la speranza di tutti, ma gli ultimi giorni non ci tranquillizzano per nulla da questo punto di vista. Invasioni dello spazio aereo tra Paesi vicini, ci fanno dire che la tensione sia sensibilmente salita.

Gli economisti ci spiegano, inoltre, che stiamo già vivendo un’economia di guerra perché non è necessario essere invasi. Gli effetti devastanti di una guerra, quali che siano, non si fermano al confine geografico. E allora è indispensabile e irrimandabile immaginare una politica estera europea più coordinata e immaginare un sistema di difesa unico, pensando che a oggi non esiste nemmeno un commissario europeo alla difesa.
Non si tratta di una promozione di un “nuovo esercito”, di immaginare una nuova stagione bellica europea dopo i disastri della prima parte del secolo scorso, ma di promuovere un ragionamento comune che non può essere procrastinato, anche per diventare più credibili sui tavoli diplomatici e per consentire preoccupanti fughe in avanti tipo quella francese.
E’ credibile nel mondo un’Europa che vede il presidente Macron dirsi pronto ad inviare delle truppe in territorio ucraino e vedere i leaders degli altri Paesi negare prontamente tale possibilità per evitare un allargamento della guerra?
Lascio a voi la risposta, ma intanto più Europa e meno egoismi e sovranismi è l’unica soluzione. E lo è, sia chiaro, non solo sul tema della difesa. Allora vuoi vedere che anche questa volta la destra e i progressisti non sono uguali? Per cui tocca a noi sperare e promuovere una nuova Europa. Le elezioni europee di giugno faranno la differenza.

Comunicato Stampa gruppo regionale FP-PD

Riportiamo di seguito il CS del gruppo regionale FP-PD.

La prima tappa verso il comparto autonomo “Sicurezza Soccorso valdostano” è stata compiuta nella seduta del Consiglio Regionale del 20 marzo con l’approvazione con 26 voti a favore del disegno di legge riguardante il Corpo valdostano dei Vigili del Fuoco e il Corpo forestale della Valle d’Aosta.
Il gruppo Federalisti Progressiti – Partito Democratico è soddisfatto del risultato, frutto di un lungo percorso che ha visto il Governo regionale impegnato nel confronto con le organizzazioni sindacali e tutte le strutture e i soggetti interessati, rispondendo alla nota protesta dei Vigili del Fuoco. La
buona riuscita del disegno di legge rappresenta un adempimento di un punto fondamentale del programma di legislatura che prevedeva la risoluzione delle problematiche relative agli allineamenti contrattuali in merito agli aspetti previdenziali, lo stato giuridico e il trattamento economico dei due Corpi valdostani.
L’obiettivo dell’attuale legge mira a creare un nuovo comparto denominato “Sicurezza e Soccorso Valle d’Aosta”. Antonino Malacrinò, presidente della II Commissione “Affari generali” e relatore in aula della riforma, ha sottolineato come il ddl sia fondato sulle peculiarità e sull’importanza delle funzioni svolte da vigili del Fuoco e dal Corpo Forestale, ricordando che “è essenziale adeguare l’ordinamento del personale alle tradizionali missioni istituzionali di soccorso pubblico, prevenzione degli incendi e protezione civile e nello stesso tempo rafforzare la funzione di sicurezza civile che entrambe le forze svolgono nel sistema di sicurezza della Regione con lo scopo di garantire l’incolumità delle persone e la tutela dei beni e dell’ambiente”.