La vittoria di Alessandra Todde alle elezioni regionali della Sardegna era impensabile solo qualche mese fa. L’elezione del Presidente della Regione pareva quasi una formalità per sancire l’ennesima vittoria della destra…ed invece no!
Una candidatura di grande profilo e un progetto politico serio che ha messo al centro i temi di quella regione hanno fatto la differenza. Un gran bel risultato, che vede il PD primo partito sull’isola.
È chiaro che quella è un’esperienza che ha tutte le sue specificità, ma è altrettanto vero che la formazione di un campo largo o un campo giusto (chiamatelo voi come preferite a me questa discussione non appassiona molto) è l’unica soluzione per battere questa destra inadeguata e pericolosa per governare questo Paese.
È finito il tempo di concentrarsi sulle differenze ed è arrivato quello di valorizzare i tratti comuni e i progetti di governo. Lo dobbiamo fare anche nei prossimi mesi, nelle altre regioni in cui si voterà, a partire dall’Abruzzo in avanti.
Non sarà così alle europee perché il sistema elettorale farà si che tutti correranno autonomamente. Ma anche quelle elezioni saranno molto importanti. Saranno un plebiscito della destra? A mio avviso no, ma da qui a giugno dobbiamo lavorare e tanto. Perché non ci saranno coalizioni (se non qualcuna funzionante a raggiungere il quorum per l’europarlamento) ma l’idea di avere comunque qualche tratto comune programmatico del fronte progressista deve esserci. Localmente saremo della partita con un candidato nella lista del PD (circoscrizione nord ovest) ma siamo disponibili a un ragionamento ampio se si individuasse un candidato trasversale condiviso da una buona parte di questa regione. Urge però farlo in tempi rapidi e certi. Perché dobbiamo partire in tempo per spiegare la nostra idea di Europa. Nelle prossime settimane sapremo l’epilogo di questa fase preliminare all’appuntamento elettorale europeo, ma nel frattempo godiamoci questa bella boccata d’ossigeno sardo.